La paralisi può essere legata alla sezione del nervo facciale o di uno dei suoi rami durante un intervento chirurgico, piuttosto che a causa di un trauma. Se la situazione anatomica e chirurgica lo consente, si provvede quanto prima a collegare il moncone a monte con quello a valle tramite una sutura microchirurgica oppure, se manca completamente un segmento del nervo, tramite l’interposizone di una porzione di nervo meno importante. In genere si utilizza un tratto del nervo grande auricolare o del nervo surale, funzionalmente deputati a trasmettere la sensibilità del lobulo dell’orecchio o di una parte del dorso del piede. I risultati di questa chirurgia sono generalmente molto buoni.

Qualora invece non sia possibile rintracciare il moncone prossimale del nervo facciale o ciò sia troppo gravoso per il paziente (come ad esempio nel caso di paralisi conseguenti ad interventi di asportazione di un neurinoma del nervo acustico), il nervo facciale può essere riattivato collegandolo ad un nervo meno importante che ne vicari la funzione. Il procedimento classico consiste nell’utilizzare il nervo ipoglosso come nuova fonte motoria. Questa metodica dà ottime garanzie di riuscita, ma comporta al tempo stesso un importante deficit della motilità della lingua, che trae stimolo motorio proprio dal nervo ipoglosso. E’ pur vero che questo deficit di motilità linguale dal lato paralizzato viene compensato almeno in parte dal lato opposto della lingua che continua a lavorare correttamente, ma è altrettanto vero che l’utilizzo di un nervo donatore con deficit meno gravosi è auspicato. Da alcuni anni la nostra equipe utilizza il nervo masseterino per ridare stimolo al nervo facciale. Questo nervo è una diramazione del trigemino deputata a dare stimolo motorio al muscolo massetere. Il suo sacrificio non viene avvertito dal paziente.

Nella paralisi facciale recente il collegamento tra un ramo del nervo trigemino non lesionato e il nervo facciale paralizzato (anastomisi masseterino-facciale), tramite un’incisione estetica usata per il lifting della faccia, permette di ripristinare la funzionalità del nervo.

Fig. 1

Fig. 2

Fig. 1: paziente con paralisi facciale sinistra: si notino la ptosi dei tessuti, la scomparsa delle pieghe cutanee d’espressione e la distorsione dell’aspetto con l’attivazione della muscolatura mimica dal lato sano.

Fig. 2: 6 mesi dopo l’intervento di anastomosi masseterino-facciale, eseguito tramite un accesso estetico tipo-lifting della faccia, la paziente riprende una buona funzionalità nervosa.