La paralisi facciale consiste nella perdita della motilità della faccia. Ciò rende asimmetrico il viso per il rilassamento dei tessuti che ne consegue e che impedisce l’espressività della faccia dal lato colpito dalla paralisi. Spesso chi ne è affetto evita di sorridere e si copre il viso con le mani mentre parla per evitare che chi lo guarda noti la distorsione del suo aspetto.
Le conseguenze psicologiche di questa patologia sono forse ancora più invalidanti dei difetti estetici e funzionali. Il viso è infatti il nostro “biglietto da visita” nella vita di relazione, e non sentire più come proprio l’aspetto della faccia alterato è una conseguenza difficile da accettare da parte di chi è affetto dalla paralisi.
Da un punto di vista statico, nell’arco di alcune settimane la perdita di tono della muscolatura mimica facciale determina un rilassamento dei tessuti del viso che cadono verso il basso con un “invecchiamento” precoce della faccia da un lato solo. Questo determina l’abbassamento di molteplici strutture facciali: il sopracciglio, la palpebra superiore e, ancor di più, quella inferiore, la guancia in toto, il labbro superiore ed inferiore. Nei soggetti molto giovani, ed in particolare nei bambini, l’elasticità della cute limita questo effetto di caduta verticale delle strutture facciali e pertanto la paralisi si nota più che altro durante le espressioni facciali. Nei soggetti anziani, invece, la dislocazione dei tessuti già poco elastici a causa dell’età comporta distorsioni maggiori e si può a volte ridurre la capacità visiva a causa della parziale copertura dell’occhio da parte della palpebra superiore.

La rima palpebrale è più aperta e maggiore superficie oculare risulta esposta per l’abbassamento della palpebra inferiore, non più sostenuta dal tono elastico del muscolo orbicolare dell’occhio paralizzato.

L’aspetto dinamico è particolarmente inficiato dalla paralisi. L’attivazione della muscolatura mimica dal lato sano non corrisponde infatti a quella dal lato paralizzato, con una conseguente distorsione accentuata della simmetria durante le espressioni facciali. I deficit funzionali più gravi si registrano a livello dell’occhio, non più lubrificato dall’ammiccamento palpebrale e particolarmente esposto agli insulti atmosferici: polvere, raggi solari, vento, etc.
Altri deficit comuni sono la respirazione nasale ostacolata dal lato paralizzato per il collasso dell’ala nasale verso il centro della faccia, la difficoltà di masticazione dal lato paralizzato perché la guancia flaccida si frappone alle arcate dentarie, ed infine la difficoltà a parlare correttamente, sempre a causa del minor tono dei tessuti genieni.